Piccola Enciclopedia

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  1. Anaïd
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    La "Pseudociesi" o gravidanza isterica o lattazione isterica
    non deve essere considerata un evento patologico ma fisiologico. Nei gruppi di canidi selvatici (iene e licaoni, per esempio) si assiste ad un interessante fenomeno: all’epoca dei calori si accoppiano e si riproducono solo le femmine di grado elevato nella linea gerarchica le quali sono anche quelle deputate, nel branco, a procacciare il cibo. Le altre femmine del gruppo si sincronizzano sul calore ed a circa quaranta giorni producono latte che viene assunto dai cuccioli delle femmine dominanti durante l’assenza per le battute di caccia. Si assiste così ad un vero e proprio fenomeno di "adozione dei cuccioli da parte di balie".

    Anche nelle cagne domestiche si verifica un fenomeno analogo a meno che non vengano sterilizzate con asportazione delle ovaie (ovarioisterectomizzate) e i "sintomi" delle femmine che presentano una pseudogravidanza sono vari e tendenti a simulare i comportamenti della femmina nel post partum ed in allattamento. La cagna si comporta a tutti gli effetti come se avesse una cucciolata da accudire; la cagna provvederà allora a preparare il nido, tenderà a girare per casa con giocattoli e pupazzetti di peluche che simuleranno i cuccioli, soffrirà di inappetenza o al contrario, di un appetito vorace (polifagia), potrà avere episodi di vomito e diarrea e soprattutto aumento del volume delle mammelle con produzione di latte. Questo fenomeno è legato ad un alta concentrazione nel sangue dell’ormone progesterone ed alcuni Autori riportano che questa condizione possa predisporre la cagna alla comparsa di tumori della mammella.

    La terapia della pseudogravidanza si effettua in quei casi in cui si rischi una mastite o quelli nei quali il comportamento della cagna venga considerato ossessivo e quindi intollerabile. La terapia consiste sostanzialmente nell’uso di farmaci antiprolattinici, farmaci che antagonizzano l’ormone prolattina responsabile della produzione lattea. A questa terapia si può associare una terapia comportamentale: vanno infatti rimossi tutti gli oggetti che nell’animale risvegliano l’istinto materno e determinano un’accentuazione dell’impulso a coltivare le cure ai cuccioli finti, la cagna andrà portata fuori più volte al giorno per distrarla; si possono associare sedativi se l’animale si presenta agitato e spray o unguenti dal gusto sgradevole per evitare i fenomeni di autosuzione. Fra gli effetti collaterali dei farmaci antiprolattinici, il più importante è che possono indurre vomito.
    fonte


    Dopo la fase estrale, da venti a sessanta giorni dalla conclusione del
    calore, alcune cagne possono presentare una montata lattea.
    Spesso cambiano anche umore, diventano piu' nervose, adottano pupazzetti,
    giocattoli, panni morbidi, verso cui si dimostrano protettive ed attente, in
    quanto li considerano i loro cuccioli.
    In questo periodo bisogna assumere una certa prudenza nell' accudire la
    signorina, perche' cercare, ad esempio, di scomodarla dal suo giaciglio,
    prendendole magari quello che lei considera un suo cucciolo, puo' voler dire
    andare incontro ad una reazione. Di norma verso i proprietari c' e' sempre
    rispetto, ma persone non di famiglia vanno messe al corrente della nuova
    situazione e comunque la prudenza non e' mai troppa.
    Anche i bambini devono venire informati dello stato particolare della
    cagnina, e se un peluche e' sparito e la ricerca lo rivela tra le amorevoli
    zampe della fantasiosa mammina. fate attenzione.
    Tutto cio' accade perche' nelle ovaie permane il corpo luteo che produce gli
    ormoni tipici della gravidanza.
    Bisogna porre particolare attenzione allo stato delle mammelle, se, pur
    aumentate di volume, rimangono morbide, non e' caso di preoccuparsi, nell'
    arco di dieci-quindici giorni tutto torna alla normalita'; viceversa se
    tendono a divenire consistenti bisogna ricorrere alle cure del Veterinario
    che prescrivera' un opportuno farmaco per inibire la produzione del latte.
    Altre volte ci si accorge in ritardo della situazione ed il latte accumulato
    nella ghiandola mammaria ha causato una mastite per cui sara' necessario
    ricorrere ad antibiotici ed antiinfiammatori.
    Nel caso questi episodi si realizzino costantemente dopo il calore, sara'
    bene considerare l' ipotesi di ricorrere alla sterilizzazione chirurgica,
    perche' questi continui e prepotenti stimoli all' apparato mammario
    condizionano la comparsa di cisti, adenomi o peggio adenocarcinomi.
    Sconsigliabile e' il ricorso a sostanze ormonali per l' inibizione o
    soppressione del calore, in quanto spesso inducono la comparsa di tumori
    mammari o patologie uterine acute (piometra).

    fonte

    Edited by ~Anaìd~ - 18/1/2009, 19:20
     
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