Mi ha preso una "libridine"

Tratto da “Il caffè sospeso” di Luciano De Crescenzo

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  1. ShaLyoN
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    Stamattina mio papà mi ha fatto leggere questo capitolo, dicendomi che mi rispecchia completamente... ed in effetti è vero, è la mia fotocopia!
    Non vi dico nulla in anticipo per non rovinarvi la lettura; è un capitoletto tratto dal libro "Il caffè sospeso" di Luciano De Crescenzo.
    Siccome ho visto che qui molti sono dei "divoralibri" ho pensato di riportarvelo, per vedere se anche voi siete affetti da libridine.



    Il “libridinoso” lo si riconosce da come rallenta davanti ad una libreria: non appena avverte la presenza di una grossa concentrazione di carta stampata, si blocca, dà uno sguardo morboso alla vetrina, vorrebbe allontanarsi ma non ce la fa, esita ancora un poco, poi alla fine, gettata la spugna, entra e si precipita verso il banco.

    Magari quel giorno ha anche un po’ fretta, un appuntamento di lavoro o d’amore, ma la tentazione è più forte di qualsiasi altro impegno: una forza sconosciuta lo scaraventa all’interno, lo costringe ad aggirarsi fra i banchi, a guardare freneticamente i titoli, i colori, le copertine e le fascette con le tirature. Cos’è che sta cercando con tanta disperazione? Ha forse bisogno di comprare qualche libro in particolare? Vuole informarsi sulle ultime novità editoriali? Niente di tutto questo: il “libridinoso” è semplicemente attratto dalla presenza dei libri, vorrebbe toccarne il più alto numero possibile, e, nei casi più gravi, vorrebbe annusarli.

    Amare un libro, non solo per il contenuto, ma sopratutto per la sua fisicità, per il suo essere materia tangibile, è una malattia come un’altra. Per gli individui affetti da questo morbo il libro, una volta letto, cessa di essere una delle tante copie in circolazione di un testo e diventa parte integrante del proprio corpo e, come tale, non può essere più ceduto in prestito a nessuno. E’ memoria viva, è carne della propria carne, è deposito distaccato dell’anima.

    Il vizioso di solito, quando legge, sottolinea i passi preferiti. E’ un modo come un altro per marchiare un testo, per metterci sopra la propria firma. Chi sottolinea una frase non lo fa per rintracciarla un domani più facilmente, ma solo per rendere visibile il suo gradimento. Quasi a significare: qui mi sono emozionato e voglio che si veda. A volte il “libridinoso” si affeziona persino ai libri che disprezza. Se qualcuno gli regala il romanzo di uno scrittore che non ama, lui, diligentemente, lo ripone in uno scaffale e lo abbandona per sempre alla polvere: non ne leggerà mai una pagina, ma no avrà nemmeno il coraggio di buttarlo via. Bello o brutto che sia resta sempre un libro,e, in quanto tale, un oggetto da rispettare.

    Riflettiamo un attimo sull’utilità di una biblioteca domestica. Oggi una famiglia di buona cultura, tra romanzi, saggi e strenne natalizie, finisce quasi sempre con l’accumulare un migliaio di titoli: come dire un paio di metri cubi di casa da destinare ai libri vita natural durante. D’altra parte, come dice Ignazio Buttitta “una casa senza libri è una stalla”. Ci si chiede: ma è poi così importante averli tutti a portata di mano? Quanti di essi verranno riletti? Cha probabilità ha un romanzo come “Delitto e Castigo” di essere letto una seconda volta? Praticamente nessuna, eppure guai a chi lo tocca! Se per caso un amico ce lo chiede in prestito lo guardiamo con odio: sicuri che non ce lo restituirà mai, preferiremmo dargli direttamente i soldi del prezzo di copertina piuttosto che vederlo uscire con il nostro libro sottobraccio.

    Qualcuno potrebbe obiettare che, a meno di manoscritti rari o di testi introvabili, in caso di mancata restituzione potremmo sempre ricomprarne un’altra copia. Sì, ma non sarebbe quel libro, quello sul quale abbiamo letto e ci siamo emozionati.
     
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    sacrosante parole!!!!
    l'unica a cui presto i miei libri è Ania.. e me li riporta sempre perfetti
     
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  3. ShaLyoN
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    Io è rarissimo che presto i miei libri, proprio perchè sono gelosissima delle mie cose e dei libri ancora di più. E quelle poche volte che lo faccio, faccio sempre mille raccomandazioni in modo tale che torni a casa tale e quale a prima. :lol:
     
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  4. Ruthie
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    io non presto mai i miei libri O_O

    Quelli sui cani e quelli del ciclo di sookie stackhouse (da cui poi hanno tratto il telefilm di TrueBlood) poi non vengono toccati da nessuno all'infuori di me e guai a chi lo fa u_u
     
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  5. .:Marì:.
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    Io i miei libri li presto solo se la persone a cui lo presto non mi da un suo libro :D
     
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    Io prestare un mio libro O_O!? Ma neanche morta! Già mi incazzo quando mia madre se leggiamo un libro che piace ad entrambe mi sfasa la copertina, ma prestarlo sarebbe sacrilegio. L'unica persona che può azzardarsi a chiedermi un libro, è Giada°-° la mia migliore amica e che ha lo stesso smodato amore per i libri come me.

    Per il resto, io nemmeno sottolineo °-° è troppo prezioso, bello e MIO per essere sottolineato rovinandolo.
     
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  7. Iaga
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    Eheh, è tutto un sacco vero. Con la differenza che io li presto, ma li voglio tutti indietro e per esserne sicura mi segno le persone (affidabili, che hanno passato una selezione) a cui li presto. I libri vanno vissuti, se hanno dato qualcosa a me possono dare molto anche ad altri: mi fa piacere prestarli, ma solo se so che mi torneranno indietro come erano l'ultima volta che hanno lasciato le mie mani!
     
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6 replies since 15/5/2010, 14:07   168 views
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