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Iaga.
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"...Il suo viso era davvero avvizzito, nemmeno la cura della truccatrice poteva nasconderlo. E dire che la poverina si era data da fare per almeno quindici minuti con spugnetta, pennello e fondotinta color pesca. Una volta rimessi a posto i Ray-Ban, le guance grigiastre sfoggiavano una lucentezza innaturale. Alla fine la truccatrice gli diede un leggero colpetto sulla spalla: «Ecco fatto, Don. Tra un po’ verrà qualcuno a prenderla.» Poi gli rivolse un sorriso nello specchio cercando di apparire soddisfatta, ma lui sapeva bene cosa stava pensando. A farshlepte krenk, una malattia cronica, ecco cos’era la vecchiaia..."
Lettura piuttosto scadente, insipida. E' un miscuglio davvero poco riuscito di invenzione, fatti storici e qualcos'altro che dovrebbe suonare come un thriller: il tutto coronato da un protagonista che è una specie di depresso cronico dipendente da ansiolitici e psicofarmaci, una vera meraviglia del Creato.
Buone l'idea e la scrittura, pessima la realizzazione: imprecisa la narrazione dei fatti più importanti, descrizione confusa di punti salienti (l'autore non è in grado di accennare ad un'anticipazione chiara di fatti che riprenderà in seguito). Le descrizioni di oggetti, spazi, persone e avvenimenti, quando assumono un'impronta fantastica, non sono in grado di farti sviluppare un'immagine visiva perchè caotici e confusi.
L'autore è stato paragonato a Dan Brown. Per quanto mi riguarda consiglio vivamente a chi ha avuto questa poco brillante rivelazione di rileggersi qualcosa del suddetto autore: non sono una fan di Brown, ma ammetto che sa scrivere e trovo molto debole il paragone fatto. E scommetto che non ha gradito il paragone...
L'autore deve assolutamente migliorare, il fatto che sia il primo romanzo pubblicato lo giustifica solo fino ad un certo punto.
Lettura non consigliata:
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