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Che cos'è l'insufficienza renale
Si parla di insufficienza renale nel cane quando i reni non svolgono più in modo corretto e completo la loro funzione di depurazione del sangue circolante. Questa malattia nel cane decorre più spesso in forma acuta che cronica, in seguito ad infezioni batteriche (leptospirosi), malattie virali, malattie parassitarie (leishmaniosi), shock, avvelenamenti…
Quali sono i sintomi più evidenti?
Sete eccessiva Produzione abbondante di urine Anoressia, dimagramento Vomito e feci molli (diarrea) Depressione sensoria Disidratazione (pelo opaco e unto)
Come curarla
Se il vostro cane mostra anche solo uno di questi sintomi, è consigliato un consulto medico veterinario per scongiurare la presenza di questa patologia o per limitarla nel suo progredire. Spesso la comparsa dei sintomi non coincide con l'inizio della alterata funzionalità del rene: l'insufficienza renale nel cane non è una malattia così frequente, ma non deve essere certo trascurata soprattutto quando il vostro amico a quattro zampe entra a far parte della "terza età" (dopo i sette anni di vita!). Per la terapia esistono farmaci che rallentano il progredire della malattia e quanto più è precoce la diagnosi tanto più è possibile prolungare e migliorare la qualità della vita del vostro cane.
Da novartis
IL TRAPIANTO RENALE NEI PICCOLI ANIMALI: PRINCIPI E PROBLEMATICHE
Perchè il trapianto renale nei piccoli animali? L’insufficienza renale cronica (IRC) è la patologia renale più diffusa in cani e gatti. Indipendentemente dalla causa, l’IRC può progredire per un periodo esteso in animali con scarsa sintomatologia clinica, portando a lesioni irreversibili per cui non esiste nessun trattamento curativo. Una terapia sintomatica medica è opportuna per pazienti con IRC compensata, ma è inefficace per animali con insufficienza renale terminale (ESRD, end stage renal disease). In medicina umana l’emodialisi e il trapianto renale sono i capisaldi del trattamento dell’ESRD 1. Nell’uomo viene effettuata la dialisi cronica come un trattamento regolare, a lungo termine nell’attesa di un rene disponibile per il trapianto. Negli animali la dialisi è impiegata principalmente per casi di insufficienza renale acuta (IRA) e può essere un trattamento salvavita per cani e gatti con una grave uremia acuta. La dialisi cronica non è pratica comune in veterinaria anche se sopravvivenze a lungo termine sono state descritte. Il principale motivo è il costo di questo trattamento a vita che non è realistico per la maggior parte dei nostri clienti (vedi tab.1), da bilanciare con un tasso di sopravvivenza del 50% dell’insufficienza renale 3,4. Comunque, le terapie di sostituzione renale con emodialisi o emofiltrazione non portano a un normale funzionamento renale nei pazienti con ESRD. La morbilità e la mortalità associata alla dialisi cronica è ancora molto alta e la maggior parte dei pazienti risente di una bassa qualità di vita e di risultati subottimali 2. Il trapianto renale è l’unico tipo di intervento che oltre a prolungare la vita offre un ritorno ad una normale funzionalità renale e normale qualità di vita. Al momento il tasso di sopravvivenza ad 1 anno di questo intervento è di circa il 75-80% nel gatto e del 40% nel cane 5. Ciò che è importante è stabilire accuratamente le condizioni del paziente in IRC. Il trapianto renale non è un’intervento d’emergenza e non dev’essere usato come ultima spiaggia per salvare l’animale. Di solito, il trapianto renale viene eseguito in gatti in CRF che iniziano a perdere peso e/o la cui anemia peggiora nonostante la terapia medica Aspettare troppo a lungo nel decidere per il trapianto riduce considerabilmente le possibilità di successo. Ciò è dimostrato dalla crescente importanza nell’uomo del trapianto preventivo o predialisi.
Etica del trapianto renale nei piccoli animali
Il problema se il trapianto renale nei piccoli animali sia etico o no è stato sollevato da più parti e viene indagato tuttora sia dal punto di vista sia del donatore che del ricevente. Se le aspettative e la qualità di vita siano maggiori in cani e gatti trattati conservativamente o con trapianto renale è già stato discusso prima. Lo stato di salute almomento dell’inizio della terapia ed un attento monitoraggio postoperatorio, sia da parte del proprietario che del veterinario referente, sono fondamentali per la riuscita dell’intervento; protocolli immunosoppressivi combinati hanno ridotto le dosi e gli effetti collaterali associati all’impiego di singoli farmaci. Il trapianto renale è l’unico trattamento salvavita sia per gli animali che per gli uomini con IRC, una patologia altrimenti letale. Se agiamo con lo scopo di “ridurre le sofferenze e raggiungere un’accettabile qualità di vita””senza misure eroiche” e con rispetto per gli animali e i loro proprietari” , a nostro parere noi veterinari abbiamo il dovere professionale di fornire ai nostri clienti tutte le opzioni terapeutiche disponibili per i loro animali. La richiesta logistica e l’impraticabilità dell’uso di donatori cadaverici ha reso i donatori viventi l’opzione più ovvia e semplice in medicina veterinaria. Gli attuali centri di trapianto renale di piccoli animali e la commissione RCVS (Royal College Veterinary Surgeons, UK) ha ormai comunemente accettato l’utilizzo di donatori viventi alla condizione che non vengano sottoposti ad eutanasia, ma adottati dal proprietario del ricevente del trapianto . In Europa l’indecisione sullo stato etico del donatore vivente è ancora l’ostacolo alla diffusione di questo intervento. Il problema è che la nefrectomia non è un atto medico effettuato per il benessere del donatore 8,9. Nell’uomo questo problema è stato risolto con il consenso informato, ovviamente non applicabile ai nostri animali. Numerose questioni sono sollevate: dal valore della vita di un singolo animale e dalla possibilità di altruismo tra gli animali . Se è vero che il ricevente può essere amato più del donatore dal proprietario, noi veterinari però possiamo pronunciarci a tutela della salute del donatore. Dal punto di vista chirurgico, esistono rischi minimi associati all’intervento di nefrectomia. Numerosi studi dimostrano che la rimozione di un rene in un animale sano non risulta in o non aumenta la possibilità di problemi renali. Studi di follow-up di gatti donatori fino a 5 anni e umani fino a 35 anni dopo la nefrectomia attestano la sicurezza di questo intervento a lungo termine . Ovviamente, ogni intervento chirurgico, anche il più semplice, può avere complicazioni, ma è stato dimostrato che i rischi connessi alla nefrectomia del donatore sono rari . In conclusione, per minimizzare le complicazioni è importante dare uguale e profonda attenzione alla selezione e al follow-up sia del ricevente che del donatore.
Compatibilità e strategie antirigetto E’ ormai generalmente accettato che il tempo e l’intensità del rigetto di un allotrapianto sono in funzione del grado di disparità genetica tra donatore e ricevente. Nel gatto la coppia donatore/ricevente (DRP, donor/recipient pair) non dev’essere imparentata (related) o compatibile (tissue matched) poiché, con ciclosporina e prednisolone come agenti immunosoppressivi, i gatti riescono a tollerare allotrapianti renali da donatori senza legami di sangue (unrelated)3. La compatibilità sanguigna (blood crossmatching) è sufficiente per prevenire il rigetto iperacuto e con un’adeguata immunosoppressione, nel gatto il rigetto acuto raramente avviene. La perdita dell’organo di solito è dovuta ad un rigetto cronico vascolare. Al momento negli USA un programma di trapianto renale nel cane viene offerto solo in due strutture veterinarie, Università di DAVIS (California) e di Auburn (Alabama). Questo perché le caratteristiche genetiche della specie canina portano ad una forte risposta immunologica difficile da controllare e al momento non c’è un protocollo immunosoppressivo costantemente efficace. L’incompatibilità per il DLA, (Dog Leukocyte Antigens), cioè il Complesso Maggiore di Istocompatibilità (MHC) canino, è la principale barriera immunologica nell’allotrapianto canino. Poiché trovare un cane donatore compatibile è un’eventualità rara ed instaurare programmi di organ sharing è impratico e costoso, le sperimentazioni attuali focalizzano lo studio di nuovi protocolli immunosoppressivi in DRP non compatibili (unmatched). A differenza dei riceventi felini, nel cane la combinazione ciclosporina e prednisone ha prolungato solo minimamente la sopravvivenza rispetto a controlli non immunosoppressi 13,14. I farmaci antimetaboliti hanno dimostrato di prolungare la sopravvivenza di allotrapianti renali in numerosi studi in associazione con gli inibitori delle calcineurine che rimangono i capisaldo dell’immunosoppressione nel trapianto d’organo. Diversi nuovi farmaci immunosoppressivi, tra cui tacrolimo, sirolimo, FTY720, sono stati usati in monoterapie o terapie combinate in modelli sperimentali di trapianto canino 15,16. Gli autori hanno appena concluso con risultati promettenti, uno studio preliminare sull’uso di un nuovo antimetabolita pirimidinico, la capecitabina 17. L’Università di Auburn (Alabama) sta testando un protocollo induzione della tolleranza del rene trapiantato mediante induzione di chimerismo misto con trapianto non mieloablativo di midollo osseo 18. Bibliografia: 1.Chapter 69. Ettinger SJ et al. Textbook of Vet Int Med. 2000 2.Chapter 1. Danovitch GM. Handbook of kidney transplantation. 2005 3.Gregory CR et al. JAVMA 1992. 201(2):285-291. 4.Fischer JR et al. Vet Clins North Am Small Anim Pract 2004; 34(4): 935-967 5.www.vmth.ucdavis.edu Accesso 22 Febbraio 2005 6.Chapter 5. Danovitch GM. Handbook of kidney transplantation. 2005 7.Hospital Code of Ethics. Veterinary Medical Center. Colorado State University. 8.RCVS. Guidelines for renal transplantation in cats. 27 February 2003. 9.RCVS. Veterinary Surgeons Act 1966. 10.Williams DL et al. Veterinary Record May 24, 2003: 663-664 11. Lirtzman RA et al. JAVMA 1995; 207(8):1044-1047 12. Bijnen AB et al. Transplantation 1980 Sep; 30(3):191-5 13. Bernsteen L et al. Vet Surg 2003 May-Jun; 32 (3): 213-9 14. Zhu Y et al. Transpl Proc 1997 Feb-Mar; 29(1-2):308-9 15. Omura T et al. Transpl. Proc. 1999 Nov; 31(7):2783-4 16. Kyles AE et al.Vet Surg 2002; 31: 358-366 17. Schmiedt C, Penzo C, Schwab M et al. Vet Surg. [Submitted March 2005] 18. Kuhr CS et al. Transplantation 2002 May 15: 73(9):1487-92
Edited by scrazy - 7/9/2007, 16:00
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