Batteri nel Sahara Contro la Desertificazione

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  1. Iaga
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    Per combattere il deserto del Sahara che ogni giorno non ferma la sua marcia lo studente Magnus Larsson ha proposto un muro di 6.000 chilometri, costruito rilasciando un batterio che trasforma la sabbia in arenaria. Il batterio, Bacillus pasteurii, trasforma infatti la sabbia in particolari strutture di arenaria molto rapidamente, e la proposta potrebbe dello studente potrebbe infatti essere utilizzata per creare oasi di acqua e vegetazione, da utilizzare per ospitare i rifugiati. La proposta ha appena vinto un premio per l’edilizia sostenibile. Finora questo tipo di batterio è stato utilizzato in ambienti molto ristretti, ma non è mai stato provato su larga scala come il deserto del Sahara. Oltre alla praticità del progetto, esistono anche preoccupazioni ambientali: dal cambiamento dell’ecosistema locale a come fare perché il batterio arresti la sua trasformazione di sabbia in arenaria.

    [...]

    Le prime reazioni si realizzerebbero nel giro di 24 ore, anche se sarebbe necessaria circa una settimana perché la sabbia si cristallizzi sufficientemente per rendere le strutture abitabili. Così il progetto risulta essere una sorta di test di bio-architettura del paesaggio.

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    I tradizionali metodi di lotta contro la desertificazione comprendono l’impianto di alberi e cactus, la coltivazione di erbe ed arbusti, e la costruzione di muretti e recinzioni per contenere la sabbia in perenne movimento. Progetti più ambiziosi si sono cimentati nello sviluppo del settore agricolo nel deserto (vedi anche: “L’Agricoltura nel Deserto Grazie alla Sabbia Idrofoba“) e del bestiame, la conservazione delle acque, la gestione del suolo, la silvicoltura, l’energia sostenibile, il miglioramento del suolo, la protezione della fauna selvatica, la riduzione della povertà, e così via. Questo progetto, oltre a utilizzare un modo completamente nuovo di trasformare la sabbia in pietra arenaria, incorpora tutte le caratteristiche di cui sopra. All’interno delle le dune, siamo in grado di prendersi cura delle nostre piante e gli animali, trovare acqua e ombra, aiutare il suolo fertile a rimanervi, così la cura per gli alberi, e così via.

    Larsson poi sottolinea che la struttura stessa genera una “differenza di temperatura tra l’interno delle parti solidificate,le dune di sabbia e la superficie esterna delle dune”. Questo “permette di iniziare a costruire una rete permaculturale, come punti nodali per la raccolta delle acque e del comfort termico delle zone che possono essere abitate”, concludendo Larsson “l’utilizzo di batteri aerobici e anaerobici per processi che forniscano un’opportunità unica di sfruttare naturali processi biologici per l’ingegneria geotecnica è davvero affascinante.” La ricerca continua.

    Articolo completo con immagini
     
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  2. StellaRoss
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    WOw spero si riesca a realizzare :D
     
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1 replies since 22/8/2012, 23:58   192 views
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