Bambini e eutanasia animali: i bambini capiscono il concetto di morte?

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    Ricordo ancora con tristezza quando i miei decisero di sopprimere "nonna" Toby, giunta ormai al tramonto, che vedeva il Ponte, ma qualcosa la tratteneva qui: fosse stato per me avrei aspettato che si spegnesse da sola, ma mi avevano detto che si sarebbero solo prolungate le sue sofferenze e questo non sarebbe stato bello, per Lei. Abbiamo detto a mio fratello che Toby se ne era andata di suo, ma lui capì che era stata soppressa e si alterò per la decisione presa, poichè era cresciuto con Lei e le voleva molto bene.

    Mi ha raccontato una mia amica (quindi non so se questa storia sia vera) che andò con la sorellina ad una fiera di paese e vinsero un pesciolino rosso; tornando a casa il sacchetto si ruppe (era probabilmente difettoso) e il pesciolino cadde per terra, purtroppo in zona non c'erano fontanelle e loro non avevano bottigliette d'acqua con loro, il pesciolino era spacciato (anche perchè era una assolata giornata di settembre, secca) e la mia amica, all'epoca 20 anni, lo aveva capito. La mia amica disse alla sorellina, che si stava disperando come non mai, di andare a cercare aiuto, che lei sarebbe rimasta col pesciolino per prestargli soccorso, appena la bimba si era allontanata la mia amica si sbarazzò del pesciolino, che ormai era morto soffocato, e disse alla sorellina, quando tornò indietro, che era arrivata un'ambulanza a prendere il pesciolino e lo avevano portato in ospedale, appena fosse stato meglio glielo avrebbero riportato indietro. La sorellina, in apprensione, si tranquillizzò comunque.
    Nel pomeriggio tornò con amici da quel giostraio e si fece consegnare un altro pesciolino rosso, constatando che quel sacchetto che le si era rotto non era l'unico difettoso (altre persone tornarono indietro a lamentarsi per i sacchetti che si lasciavano giù all'improvviso, il giostraio aveva acquistato una partita di sacchetti difettati) e qualche giorno dopo lo fece avere alla sorellina, che riguadagnò il sorriso.

    Parlando di questo con una amica mi ha detto che, secondo lei, i bambini, nonostante la giovane età, capiscono quello che succede, oppure, crescendo, alla fine si renderanno conto se abbiamo detto loro bugie, o meno: voi che ne pensate, a riguardo?
    I bambini possono accorgersi se i grandi raccontano storie o meno?
     
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    Alpha©
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    Direi che prima di tutto parlando di bambini sei troppo vago. Dando per scontato che parliamo dei senzienti possiamo escludere i neonati e ci teniamo larghi fino ai 2 anni, età in cui l'indipendenza emotiva letteralmente esplode, ma poi dai 2 ai 10/12 come la metti?
    Non si può mettere sullo stesso piano la comprensione di un bambino di 4 anni con quella di uno di 8
     
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  3. StellaRoss
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    Certo che i bambini capiscono la morte ma non comprendono tutto ciò che la causa, non hanno la stessa comprensione di un adulto o anche già di un bambino di tipo 2 anni più grande. A differenza degli adulti i bambini accettano. Ora, tralasciando il fatto che non ho idea del perché in un forum dedicato agli animali si stia parlando di morte, come se si stesse parlando o in un forum dedicato all'infanzia o in un forum sulla psicologia, visto che penso lo scopo di tutti sia di tenerli in vita gli animali.
    Mia sorella ha avuto a che fare con la morte da piccolissima, soli 4 anni e la ha accettata meglio di me che ne avevo 6. Quando si parla di sentimenti è tutto soggettivo, di conseguenza ci saranno tutte risposte differenti.

    Detto questo, la morte è un passo necessario della vita, e ai più piccoli si deve addolcire la pillola per farli rapportare correttamente alla vita, poi capiranno da soli o capiranno, mica son scemi
     
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  4. •MaGi
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    Concordo con le altre!
    I bambini non sono stupidi,capiscono ciò che succede intorno a loro così come sanno se c'è qualcosa che non va,anche,guardando i genitori stessi.
    Quest'ultimi,poi,devono spiegare al bambino cosa è accaduto in modo appropriato alla fascia d'età del figlio:è ovvio che spiegare ad un bambino di quattro sarà differente per un bambino di dieci.
     
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  5. DragonTheWise
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    Anche io penso che i bambini abbiano una consapevolezza piuttosto marcata.
    I miei genitori non mi hanno mai raccontato bugie in questo senso, forse proprio perchè, prima o dopo, lo avrei capito.
    Certo bisogna metterli davanti alla realtà con le cautele del caso, ma mentire penso non sia così utile.
    E concordo anche sul fatto che spesso i bambini riescono ad affrontare la morte meglio degli adulti, io stessa ricordo che il funerale di mio nonno materno a 11 anni, a parte il dolore ovviamente, mi colpì certo, ma non tanto quanto quello del mio nonno paterno a 24.
    E c'è da dire che ero cresciuta con quello materno, che quello paterno lo vedevo pochissimo, ma la cosa in sè, la cassa, la chiusura ecc, quelle cose mi colpirono di più.
    Da quel punto di vista forse i bambini comprendono molto di più la natura delle cose.
     
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  6. madìs »
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    I bambini hanno una consapevolezza estremamente vivida. Posto che come detto da Anaid, il concetto bambini è eccessivamente dilazionato su una fascia temporale che preved tanto gli infanti quanti i pre-adolescenti. Quindi è qualcosa di troppo diversificato per fare un riassunto spicciolo.
    Quando morì la ns prima gatta avevo cinque/sei anni: ricordo d'aver chiesto ingenuamente a mamma se quella nella cesta fosse sempre Bibì, perchè era fredda (feci il viaggio verso il posto dove seppellirla affianco a lei, sul seggiolone). Mamma mi disse di no e che Bibi era andata a fare compagnia al nonno (materno) in cielo. Lei era "sconvolta", io ho preso tutto con molta naturalezza e anche ripensandoci adesso, l'ho sicuramente presa meglio di tante morti successive. Stessa cosa dicasi per Vampy che fu addormentato quando avevo otto/nove anni. Mi dispiacque ma l'ottica era "meglio così che soffrire".
    Diverse gatte sono morte nel corso degli ultimi anni, gatte a cui mia cugina era affezionata e anche a lei a quattro anni, spiegammo il concetto che il gatto era andato a far compagnia alla zia in cielo. Un modo per spiegarle la dipartita fisica dell'animale, mentre per quella affettiva, semplicemente è qualcosa che rimane sempre con noi anche se appunto, manca il corpus fisico.

    Quindi sì, la consapevolezza ce l'hanno della "mancanza" e del "non ritorno" ma l'accettano spesso molto più serenamente dell'adulto entrato già in un'ottica di "egoismo" (in senso lato) che soffre per la mancanza fisica dell'animale/persona, spesso incapace di godersi il ricordo (come diceva Gibran, anche il ricordo è una forma di incontro).
     
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5 replies since 30/8/2014, 22:26   109 views
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