Cervo

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    Sistematica


    - Classe: Mammiferi (4 mammelle)
    - Superordine: Ungulati (appoggia su unghielli)
    - Ordine: Artiodattili (ung. con un numero pari di dita)
    - Sottordine: Ruminanti (apparato digerente poligastrico)
    - Famiglia: Cervidi (palchi caduchi e solo nei maschi)
    - Sottofamamiglia: Cervini
    - Genere: Cervus
    - Specie: elaphus (Linneo, 1758)
    Caratteri distintivi

    Riproduzione - da metà settembre a metà ottobre
    Gestazione - 231-234 giorni
    Numero cuccioli - 1
    Primi passi - entro due ore
    Svezzamento - 8 mesi
    Maturità sessuale - 12-16 mesi, sociale 3-4 anni
    Longevità - oltre 20 anni
    Di corporatura potente il M. può pesare dai 100 ai 300 Kg per un altezza al garrese dai 105 ai 140 cm ed una lunghezza dai 185 ad oltre i 220 cm; la F. é di dimensioni più ridotte, il peso infatti varia dai 70 ai 130 Kg, l’altezza dai 95 ai 110 cm e la lunghezza da 150 ad oltre 180 cm.
    Il cervo assume nel corso dell’anno due mantelli o “mute”, una autunnale/invernale da Ottobre di colore tipicamente fulvo tendente al grigiastro, presenza di lunga e folta criniera alla giogaia nei M., e di peli bianchi dello specchio anale sia nei M. che F.; una primaverile da Aprile, con sostituzione del pelo invernale con mantello rosso-fulvo.
    Cervo europeo continentale - Cervus elaphus hippelaphus
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    E’ caratteristico il mantello giovanile marrone scuro pomellato lungo i fianchi (Bambi) che si mantiene per circa due mesi.
    Solo il maschio porta il palco ed é costituito da due stanghe dalle quali si diramano due, tre o più punte in relazione allo sviluppo e all’età dell’animale. Il trofeo ramificato cade e ricresce annualmente.
    Il cervo vive nelle foreste decidue, nei boschi di conifere, nei boschi radi, in ambienti comunque ricchi di radure e di zone aperte; in Italia é diffuso soprattutto lungo la catena alpina, anche se presenze costanti si possono riferire a molte zone degli Appennini. Le esigenze alimentari configurano il cervo come un tipico pascolatore opportunista di tipo intermedio ovvero un animale tendenzialmente poco selettore nella scelta del cibo ma capace di modificare atteggiamento sia in funzione della disponibilità alimentare sia in funzione delle esigenze metaboliche relative ai diversi periodi annuali.
    Cervo sardo - Cervus elaphus corsicanus
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    NOTA: si ricorda che in Sardegna e’ presente la sottospecie Cervus elaphus corsicanus caratterizzato da ridotte dimensioni. In questa sottospecie il trofeo presenta un numero limitato di ramificazioni (cime).
    In Italia peninsulare e’ presente a livello locale presso il Boscone della Mesola (FE), una popolazione di cervi considerata da alcuni ricercatori l’unico ceppo autoctono sopravvissuto in Italia, discendente diretto del cervo della Padania che un tempo abitava le estese foreste planiziali. Precedenti studi di tipo citogenetico (Fontana e Rubini 1991) non avevano evidenziato alcuna differenza con il cervo nobile europeo, lasciando un interrogativo sulle motivazioni che determinavano una così diversa costituzione morfologica. Recenti studi genetici sul DNA mitocondriale (Fico et al. 1998) hanno mostrato un genotipo molto distante da quello del cervo alpino, distante quasi come quello della sottospecie sarda (Cervus elaphus corsicanus). Se questa differenza genetica è dovuta alla drastica riduzione del numero di individui durante la seconda guerra mondiale (con perdita di variabilità genetica), o se effettivamente discende dal presunto cervo della Padania, al momento non è possibile saperlo. Certo è che questa è la prima volta che viene provata geneticamente una tale singolarità in un gruppo di cervi peninsulari (Lorenzini com. pers.).
    Cervo della Mesola
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    NOTA: al fine di “migliorare” le caratteristiche morfologiche (aumento dimensioni dell’animale e della potenza del trofeo) il cervo europeo continentale (Cervus elaphus hippelaphus) ha subito meticciamento con esemplari di Wapiti (cervo canadese), Sika (cervo giapponese) e con soggetti di C. elaphus provenienti pero’ dalla Gran Bretagna. Per preservare la biodiversita’, per operazioni di reimmissione, L’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica consiglia che vengano impiegati soggetti non meticci. Attualmente stiamo lavorando perche’ sia possibile avere un riconoscimento genetico degli animali allevati, studiandone il DNA.
    Al momento il Progetto Pilota e’ in atto in un allevamento di Azzano Decimo (AZ. AGR. CANTON ANGELA-AZZANO DECIMO-PORDENONE).

    Informazioni

    E’ possibile contattare gli autori per quesiti sulla gestione:
    - Dott. Gianmaria Pisani [email protected]
    - Dott.ssa Chiara Serena Soffiantini [email protected]
    E’ inoltre possibile avere informazioni per acquisto/vendita di capi.

    http://www.agraria.org/selvaggina/cervo.htm
     
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  3. stellinamara
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    che belli!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
     
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  4. Mall
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    concordo :)
     
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  5. Orzaiolina
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    Bambi...
     
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  6. Ban
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    che carina l ultima foto!!! :wub: :wub:
     
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  7. Tenerina91
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    Come fanno ad esistere i cacciatori!!!!
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6 replies since 18/2/2008, 12:45   1180 views
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